Istituita nel 1928 come Stazione Sperimentale per le Piante Officinali, costituiva un Ente consortile di cui facevano parte il Ministero dell’Economia Nazionale, il Consiglio Provinciale dell’Economia di Napoli (in seguito Camera di Commercio), l’Università, la Provincia ed il Comune; il suo scopo era quello di “eseguire studi ed esperimenti sulla coltivazione delle piante officinali per intensificarne la produzione e per promuovere l’utilizzazione dei prodotti di esse nel paese e nelle colonie”.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Ministero dell’Agricoltura e Foreste divenne il principale sovvenzionatore di tale ente; in questo periodo si verificò una sensibile ripresa delle attività scientifiche. Verso la fine degli anni ’50, a causa di difficoltà economiche causate dalla progressiva diminuzione dei finanziamenti, la Stazione Sperimentale subì un lento declino fino a quando, negli anni ’70, cessò di esistere come tale e divenne parte integrante dell’Orto Botanico.
Successivamente in tale area furono recuperati alla coltivazione terreni abbandonati, introdotte nuove specie e raggruppate varie piante precedentemente distribuite in altre zone dell’Orto.
Attualmente la Sezione Sperimentale delle Piante Officinali ospita collezioni vegetali etnobotaniche. Essa è suddivisa in tre settori: la zona espositiva, con varie collezioni, i campi sperimentali ed il frutteto. Inoltre, due serre, di cui una caldo-umida e l’altra caldo-arida, sono annesse all’area espositiva.